**Gazzetta di Mantova - Sabato 14 giugno 2025**
**Cronaca**
### L’iniziativa
**Rivoluzione a colori
Sui muri di Lunetta
brilla l’arte dell’integrazione**
> ● Si chiude oggi il festival “Without Frontiers” che compie 10 anni
> «Con le nostre opere veicoliamo nuove idee»
**EMANUELE SALVATO**
«Lunetta non è un quartiere, ma un villaggio meraviglioso, fatto di relazioni multietniche. Un villaggio in cui le circatrici si sono cucite con la poesia». E Simona Gavioli, curatrice artistica del festival “Without Frontiers – Lunetta a colori”, a dipingere così l’anima di questo quartiere alla periferia di Mantova, che da anni ospita il festival - che si concluderà stasera - i cui cartelloni sono ricoperti di straordinari murales d’arte di celebri artisti, fra i massimi esponenti europei e mondiali dell’arte muralista. E lo ha fatto ieri nel corso dell’incontro pubblico che, nell’auditorium della sede universitaria di Lunetta, ha voluto tracciare il bilancio di questi dieci anni. Sono già 85 – ma al termine di questa edizione diventeranno 95 – le opere che è possibile ammirare facendo due passi in un’area che ha avuto il coraggio di trasformarsi e di cambiare - ha aggiunto ancora Gavioli.
### Un quartiere sfaccettato
«Non c’è nessun intervento atto a risolvere problemi che sarebbero irrisolvibili, ma a trasformare i problemi in ricchezze. Il quartiere – ha detto ancora Gavioli – è sfaccettato come un diamante e l’arte aiuta a mostrare le diverse sfumature. Ci serviva un termine – ha detto ancora Simona Gavioli – che racchiudesse il senso del lavoro fatto in questi dieci anni e capace di identificare il progetto curatoriale di quest’anno. Alla fine la scelta è caduta sulla parola giapponese *kintsugi*, che identifica l’arte di riparare con trame d’oro le ferite delle ceramiche. Un concetto calzante per un quartiere come Lunetta che è un mosaico di identità, un intreccio di voci, un quartiere che... sta riscrivendo l’interrotta trama culturale, trova la sua forza nelle sue contraddizioni».
### Il messaggio sui muri
«Siamo andati oltre l’arte sui palazzi» – ha detto ancora Gavioli – «e abbiamo costruito un edificio di umanità. Non si risolvono i problemi, ma li si accolgono con l’arte, il messaggio è questo: creare qualcosa di nuovo e straordinario là dove prima non c’era nulla».
Mortari, direttore della didattica del corso di studi in Educazione professionale dell’Università di Brescia, ha sottolineato quanto il festival abbia contribuito a costruire relazioni e creare socialità. Al termine è stato proiettato il video *“Oltre i muri: le voci di Lunetta in VR360”* realizzato in collaborazione tra Università di Brescia e Accademia delle Belle Arti di Catanzaro. Video che dà voce agli abitanti del quartiere utilizzando la tecnologia della realtà virtuale.

